Chiesa di Santa Maria Assunta in Cielo

Piazza di Corte Ariccia Ariccia

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La collegiata di Santa Maria Assunta in Cielo (in latinoEcclesia collegiata Beatae Mariae Virginis Dei Matris in Coelum Assumptae[1]) è il principale luogo di culto cattolico del comune di Ariccia, nell'area dei Castelli Romani, in città metropolitana di Roma Capitale e sede suburbicaria di Albano.

Una collegiata con questa denominazione esisteva ad Ariccia fin dal VI secolo,[2] ma l'attuale edificio con prospetto principale sulla monumentale piazza di Corte è stato costruito tra il 1663 ed il 1665 per interessamento della famiglia Chigi su progetto di Gian Lorenzo Bernini,[3] con il contributo di altri importanti artisti attivi a Roma nel Seicento. La chiesa, inserita tra i beni monumentali schedati della provincia di Roma,[4] è oggi la principale sede parrocchiale del comune, unita alla parrocchia del santuario di Santa Maria di Galloro.



Descrizione

 

La collegiata, come già si è detto, è stata un'opera progettata da Gian Lorenzo Bernini su commissione della famiglia Chigi e di papa Alessandro VII: allo stesso progettista sono da attribuire tutti gli edifici che prospettano su piazza di Corte -pur considerando i cambiamenti legati agli interventi del 1771 e all'apertura del ponte di Ariccia a metà Ottocento-, che culminano nel famoso complesso di Palazzo Chigi con il retrostante Parco Chigi.

La chiesa ariccina, come la collegiata pontificia di San Tommaso da Villanova a Castel Gandolfo o la chiesa di Sant'Andrea al Quirinale a Roma, è un'opera che appartiene alla maturità berniniana, quando aveva iniziato a privilegiare la pianta centrale: nel caso della collegiata di Ariccia, il Bernini preferì utilizzare una pianta centrale circolare sormontata da una semisfera, schiacciando il tutto verso il basso ma estendendo il complesso longitudinalmente all'esterno, grazie ai due casini porticati laterali che fiancheggiano il portico della chiesa; nel caso dell'altro importante monumento berniniano ai Castelli Romani, la collegiata di Castel Gandolfo, preferì adottare una pianta centrale a croce greca che si estendeva maggiormente verso l'alto grazie ad una cupola più slanciata.



Esterno

La facciata si inquadra nel fronte monumentale di piazza di Corte, progettato da Gian Lorenzo Bernini e mantenuto negli interventi settecenteschi come quinta scenografica antistante la lunga facciata di Palazzo Chigi.

L'ingresso è preceduto da un portico a tre fornici con archi a tutto sesto, richiamato dai due portici laterali anch'essi a tre fornici l'uno, ma privi dell'arco a tutto sesto. Originariamente, sul cornicione del portico si leggeva la scritta Beatae Mariae Virgini Dei Matri in Caelum Assumptae, accompagnata dallo stemma in marmo di papa Alessandro VII: dopo i lavori del 1771 voluti dal principe Sigismondo Chigi lo stemma è rimasto ma la scritta sul cornicione è diventata Deiparae in Coelum Assumptae.

Sopra la porta d'ingresso, c'è una stella -che simboleggia sia la Madonna che i Chigi- con l'iscrizione Stella matutina ora pro nobis.

Su un pilastro del fornice centrale sono collocate le memorie in bronzo della missione gesuita del 1932 e della missione passionista del 1979.